Informiamo i datori di lavoro che il lavoro domestico NON rientra tra le attività lavorative sospese dal Governo.
Detto ciò chiediamo a tutti i datori di lavoro, nel caso in cui la prestazione lavorativa NON sia strettamente necessaria, di sospendere l’attività dei propri collaboratori domestici mantenendo, laddove possibile, la retribuzione del lavoratore. In questo periodo di emergenza dovuta all'epidemia di Coronavirus, infatti, il miglior modo per ridurre i contagi è di evitare gli spostamenti.
Aiutiamoci a vicenda.
Per dubbi relativi alla gestione del rapporto di lavoro potete scriverci o inviare una e-mail a assicolf@gmail.com Vi ricordiamo che nel rispetto delle disposizioni governative il personale di AssiColf è operativo in modalità smartworking quindi è preferibile inviare eventuali quesiti via e-mail per favorire lo svolgimento dell’attività lavorativa e per garantirvi il miglior servizio possibile.
Alcune piccole regole di comportamento generale per aiutare sia il datore di lavoro che il lavoratore
Sospensione del lavoro Se non è necessaria la prestazione, si richiede ai datori di lavoro domestico un grande senso di responsabilità, lasciando a casa i propri collaboratori e continuando a pagare, laddove possibile, la retribuzione mensile.
Convivenza Se il rapporto di lavoro domestico prevede la convivenza, sia il datore di lavoro che il lavoratore devono avere il buon senso di attenersi alle regole dettate dal Governo per il rispetto di tutti i presenti in casa.
Autocertificazione Per le commissioni bisogna munirsi di autocertificazione che ne indica il motivo, es. acquisto farmaci o spesa, per evitare di incorrere in sanzioni in caso di controlli. Mantenere sempre la giusta distanza durante le file di attesa.
Libertà personale Né il datore di lavoro né il lavoratore può limitare la libertà dell’altro. Se non si è d’accordo su scelte o abitudini, per non rischiare il contagio, si consiglia di interrompere il rapporto di lavoro per giusta causa.
Riconoscere sintomi sospetti
Igiene prima di tutto Lavarsi sempre le mani mantenendo alto il livello di igiene, soprattutto se si rientra dopo aver fatto delle commissioni: acquisto di generi alimentari o farmaci. Evitare di fare passeggiate in questi giorni.
Se il datore o il lavoratore domestico ha febbre, tosse o dolori muscolari, chiamare il medico di base oppure il 1500 o il 112. L’altro dovrà avere l’accortezza di mettersi in auto quarantena.
Diventare social In questi giorni difficili per tutti, è bene aiutarsi a vicenda nelle relazioni, facilitando il contatto telematico (telefono, chat, skype, etc.) con i propri familiari bloccati in altre case o lontani.
In breve il governo consiglia a tutti di restare nella propria abitazione, si può chiedere alla lavoratrice di prendersi le ferie anticipatamente, con la consapevolezza che usando ora le ferie il mese di agosto se le ferie sono state esaurite sarà in permesso non retribuito, si può altre sì chiedere alla lavoratrice di stare a casa e di recuperare le ore perse appena il tutto ritorna alla normalità, oppure di prendere dei permessi non retribuiti (in questo caso vi allego alla mail un fac simile da far firmare alla lavoratrice), personalmente consiglio di riconoscere alla lavoratrice possibilmente anche il monte ore di permessi retribuiti visto la situazione di emergenza.
Vi alleghiamo anche una serie di chiarimenti:
Alcuni chiarimenti su come comportarsi in questo momento di crisi – dovuto al corona virus
Ora che tutta l’Italia è blindata per il lavoro domestico, si stanno chiedendo tante famiglie italiane, come ci si comporta? Ecco una serie di domande e risposte elaborate con la collaborazione di Domina
Da oggi tutta l’Italia è “blindata”: fino al 25 marzo resteranno aperte solo farmacie, generi alimentari di prima necessità, le imprese con alcune restrizioni. Per il lavoro domestico, si stanno chiedendo ora tante famiglie italiane, come ci si comporta? Ecco 10 domande e risposte elaborate con la collaborazione di Domina, associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico.
1) Le colf e badanti non conviventi devono restare a casa propria o possono continuare a lavorare dalla famiglia che le ha assunte? «L’indicazione che stiamo dando alle famiglie - risponde Lorenzo Gasparrini, segretario generale di Domina - è di sospendere l’attività, salvo casi eccezionali, come atto di responsabilità e per dare attuazione alle disposizioni introdotte dal Governo italiano». Ci sono famiglie che lo stanno facendo e continuano a retribuire la colf, altre che si accordano tra di loro per sospendere l’attività e recuperare le ore perse una volta finita l’emergenza.
2) Se la colf vuole continuare a lavorare e la famiglia vuole sospendere come ci si regola? Posto che la soluzione migliore sarebbe quella di trovare un accordo, possibilmente scritto, in cui si sospende l’attività con l’impegno di recuperare più avanti le ore perse, se la colf insiste per venire la famiglia potrebbe tentare la strada di ferie, visto che nel lavoro domestico non esiste il congedo ordinario. E se il lavoratore non ha ferie? Si possono anticipare, garantendo così una retribuzione al dipendente senza dover interrompere il rapporto di lavoro. In questo settore non esistono permessi per questo tipo di situazione se non quelli non retribuiti che permettono di non lavorare e non percepire la retribuzione, senza perdere il lavoro. «L'indicazione che diamo a tutte le famiglie che non hanno esigenze di assistenza indifferibili (quindi a cui possono rinunciare) - spiegano da Assindatcolf, altra associazione di datori di lavoro domestico - è quindi quella di considerare l'assenza da lavoro come periodo di ferie. Una soluzione che se da una parte evita il licenziamento, dall'altra scarica il problema sui lavoratori. È questo il motivo per cui da quando è iniziata questa emergenza stiamo chiedendo al Governo di allargare la cassa integrazione in deroga anche ai lavoratori domestici. Il ministro Nunzia Catalfo ha annunciato che sarà per tutti, auspichiamo di poterne trovare conferma per il nostro settore nel provvedimento».
3) È possibile licenziare? «Vista la situazione attuale - risponde Gasparrini di Domina - si ritiene possibile il ricorso al licenziamento per giusta causa. Con l’interruzione del rapporto di lavoro la colf potrà percepire l’indennità di disoccupazione Naspi, ma deve trattarsi di un’estrema ratio». In caso di licenziamento in generale bisogna rispettare i termini del preavviso che varia da 8 a 15 giorni in base all’anzianità. In caso di licenziamento al collaboratore domestico va pagata anche la liquidazione.
4) 4) Se la badante che vive in casa vuole uscire posso impedirlo? La risposta è negativa perché nessun privato può limitare la libertà altrui. «Se le abitudini della lavoratrice non sono in linea con le regole di buon senso odierne è possibile impedire il rientro - risponde Gasparrini - invitando la badante a mettersi in ferie». In Italia secondo le rilevazioni di Domina il 35% dei rapporti di lavoro domestico è con convivenza.
5) Se la colf o baby sitter di sua spontanea iniziativa non viene più devo continuare a pagarla lo stesso? Se la colf è regolarmente assunta e non può andare al lavoro a fronte del nuovo decreto può essere invitata a prender le ferie. Se il lavoratore si rifiuta può chiedere anche di godere di permessi non retribuiti.
6) Posso fare uscire la colf per fare la spesa? La risposta è affermativa. È opportuno che la colf porti con sè un’autocertificazione in cui dichiara il motivo dell’uscita e le generalità del datore di lavoro e abbia a cuore di usare tutte le precauzioni del caso.
7) ) Ci sono ammortizzatori sociali per i lavoratori domestici? No. Al momento questa categoria di lavoratori è esclusa dalla Cassa integrazione o da altri ammortizzatori sociali.
8) Le famiglie che continuano a pagare la colf che non lavora a causa dell’emergenza possono chiedere il rimborso? Al momento questa possibilità non è prevista. Lorenzo Gasparini segretario generale di Domina lancia però un appello. «Chiediamo al Governo di non escludere le famiglie datori di lavoro domestico dal rimborso delle retribuzioni dei lavoratori domestici che rimangono a casa senza poter venire a lavorare».
«Stiamo chiedendo alle famiglie di non licenziare i lavoratori - prosegue Gasparrini - per evitare di lasciarli in una situazione di povertà assoluta in questo momento di emergenza nazionale. Tuttavia le famiglie datori di lavoro dovrebbero avere la stessa attenzione delle altre imprese».
9) Il pagamento dei contributi è sospeso? Attualmente sono sospesi i termini di pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali, solo per gli undici comuni della precedente zona rossa, fino al 1° maggio 2020. Considerata la serrata generale di tutte le attività sul territorio nazionale, è possibile una estensione della moratoria.
10) Se ho un domestico irregolare come mi comporto?
«Ora più che mai è il momento di mettere in regola colf, badanti e baby sitter - rispondono da Assindatcolf -. Assumere con regolare contratto di lavoro dovrebbe essere la regola ma la realtà ci dice altro: la maggior parte dei lavoratori domestici sono, infatti, in una condizione di irregolarità. Ora, però, che per muoversi sul territorio nazionale serve un'autocertificazione la famiglia datrice che ha il domestico in ‘nero' rischia molto. Un motivo in più per provvedere alla regolarizzazione del rapporto di lavoro».
Per chi non fosse nella possibilità di lasciare a casa la lavoratrice in quanto vi è l’esigenza dell’assistenza deve cercare di fornire alla lavoratrice mascherina, guanti e possibilmente disinfettanti, anche se irreperibili.
Per ulteriori chiarimenti telefonateci al 3663668241 oppure scrivici i tuoi dubbi su assicolf@gmail.com
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